LA GESTIONE DEGLI ALBERI MONUMENTALI


Gestire alberi in ambiente urbano è già di per sé una professione molto difficile.
Lo sa benissimo ogni Arboricoltore che ogni giorno deve affrontare molteplici problematiche legate agli alberi, ma non solo, deve anche far comprendere all’utenza, quindi al cittadino, al cliente che, materialmente fruisce dei benefici di una pianta, i meccanismi così originali che un albero ha nella sua natura.
Questo discorso si amplifica quando si parla di gestione degli alberi monumentali.

Tra le molteplici categorie a cui un albero può appartenere(..giovane..adulto…maturo..etc) quella monumentale è la categoria sicuramente più conosciuta e nobile, ma forse la meno compresa per quanto riguarda la complessità degli interventi e delle cure che richiede da parte dei professionisti.
Molti infatti pensano che essendo ormai l’albero più che adulto non necessiti di molte cure, ma anzi vada solo ammirato.
Premettiamo che l’ammirarlo è sicuramente la cosa più giusta da fare, perché ammirandolo possiamo osservare con attenzione la sua condizione generale e con calma e senza azioni avventate decidere se necessita di qualcosa o meno.
Soprattutto sia il proprietario che chi materialmente opererà sull’albero monumentale che i problemi, ma soprattutto le reazioni alle problematiche non possono essere uguali ad un albero giovane od adulto.
E la cosa strana è che le reazioni in positivo sono spesso rallentate mentre quelle in negativo possono essere super repentine, ovvero se facciamo una cosa giusta potremmo non vederne gli effetti buoni per anni, mentre se commettiamo un errore possiamo rompere dei delicati equilibri che possono far collassare in pochissimo tempo un castello di carte.

Cosa considerare
La prima considerazione che un Arboricoltore deve fare è valutare se l’albero si trova in ambiente urbano oppure in ambiente naturale o comunque poco antropizzato.
Questa è una valutazione fondamentale da fare perché in base a questo si apriranno due differenti stili e insiemi di procedure da seguire.
E’ chiaro che se la pianta si trova in ambiente poco antropizzato le azioni dell’arboricoltore devono essere minime e il meno interventiste possibile.
Un albero monumentale è un organismo estremamente delicato, così come l’ambiente che lo circonda, ogni sua modifica anche minima può rivelarsi traumatica e va quindi attentamente ponderata.
Un esempio banale può essere ad esempio quello di decidere di rimuovere TUTTI i rami secchi dalla chioma di una pianta monumentale.
Questa operazione, sebbene non correttissima per nessun albero, nel caso di un albero monumentale potrebbe rivelarsi un azione killer.
Può sembrare strano, ma i rami secchi per un albero sono serbatoio di tante cose buone, batteri che attirano insetti o funghi utili ad esempio oppure sostanza per animali che con la loro azione arricchiscono ad esempio l’ambiente in cui vive l’albero o si cibano di alcuni suoi parassiti.
L’albero và sempre considerato un sistema interagente, ma nel caso di un albero monumentale questo concetto viene massimizzato.
E’ chiaro che se diversamente, l’albero monumentale da gestire è in ambiente fortemente urbano la situazione si complica
L’ arboricoltore deve districarsi in un fitto insieme di decisioni da prendere, che vanno dal preservare al massimo la pianta che ha di fronte alla valutazione del rischio potenziale che l’albero in cura può avere.
Tradotto, gli interventi da eseguire devono tenere conto di tutti questi aspetti.
Esempio, se un albero presenta un grosso problema ad una branca in chioma che staccandosi potrebbe creare danni a cose o persone, la decisione più ovvia per azzerare il il rischio di caduta e quindi il pericolo sarebbe quella di eliminare il ramo in questione, ma in questo modo arrecheremmo un danno irreversibile ad un albero che và paragonato ad una persona molto anziana e quindi molto più delicato.

Cosa fare
Quindi? Cosa fare? Il bravo e preparato arboricoltore deve mediare e applicare una soluzione soddisfacente per tutte e due gli aspetti, ad esempio potando il ramo ammalorato e anziché eliminarlo e togliere superfice fotosintetica alla pianta, magari ancorarlo con cavi appositi per evitarne la possibile caduta.
Altre cose da valutare in ambiente urbano sono i legami tra cittadinanza ed albero monumentale, se la pianta, ad esempio è considerata un simbolo dai cittadini o ci sono particolarmente legati, l’arboricoltore professionista DEVE assolutamente considerare anche la comunicazione come strumento terapeutico per far accettare magari interventi volti a salvare l’albero in questione, ma che ne modificano la fisionomia o la sua fruibilità.
Di utile in ambiente urbano c’è però il fatto che la pianta monumentale può diventare ambasciatrice di diffusione di cultura dell’albero e sia l’amministrazione pubblica che il professionista degli alberi possono usarla come volano per diffondere sempre più una sensibilità e uno spirito di conservazione verso questi esseri.
A livello tecnico l’arboricoltore deve porre particolare attenzione in ambiente urbano, perché i famosi equilibri sono ancora più labili, quindi è molto più facile fare errori sia in fase di gestione della chioma sia in fase di stimolazione delle radici.

Conclusioni
Tutto questo discorso per sottolineare l’estrema specializzazione e preparazione che deve avere l’arboricoltore professionista che decide di occuparsi di alberi monumentali, anche perché deve aver una cultura in materia di arboricoltura molto ampia per collocare l’albero nel contesto storico e paesaggistico in cui si trova senza dimenticare i legami sociologici che si creano tra pianta e popolazione.
Tutti aspetti importantissimi da valutare e gestire quando si prendono decisioni di intervento su un albero storico e monumentale.
La formazione esiste in questo campo ed è giusto valorizzarla e riconoscerne il valore per avere in futuro sempre più professionisti preparati alla conservazione dei tanti alberi monumentali in Italia.